La piaga delle recensioni a pagamento

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Non ci sta Giuseppe Buonaguro, titolare insieme a Olga Maggioni della pizzeria Donna Regina di via Campagnola a Bergamo. Non ci sta a sottomettersi a ricattatori che postano recensioni negative sulla pagina del suo locale su TripAdvisor con il solo scopo di offrire poi recensioni positive a pagamento per far risalire la media del locale. Possiamo leggere il suo sfogo sulle pagine di Bergamo Post e non è difficile condividere il suo punto di vista.

Cosa è successo

A costo di grandi sacrifici un imprenditore napoletano decide di aprire una pizzeria a Bergamo.  Lavora sodo per acquisire clienti e far funzionare la propria attività. Poi iniziano a comparire recensioni negative su TripAdvisor. «Se un cliente viene e non si trova bene, ha tutto il diritto di lamentarsi – spiega Giuseppe al giornale -. Quello che non accetto sono le falsità. E, purtroppo, il mondo delle recensioni online è quanto di più falso possa esistere». Quello che è accaduto a questo ristoratore è che dopo aver ricevuto una recensione negativa, è stato contattato da un signore che gli ha offerto un pacchetto di recensioni positive a pagamento: “Dieci al prezzo di 130 euro.

Dopo aver ricevuto un commento negativo, è stato contattato da un signore che gli ha offerto un pacchetto di recensioni positive a pagamento

Con pagamento rigorosamente o via bonifico personale (non attraverso il conto del ristorante, per intenderci) o con versamento su PostePay. Insomma, una truffa in piena regola. Ovviamente il signor Buonaguro non ha accettato il ricatto, ma quanti hanno il coraggio di rifiutare proposte di questo tipo, quando c’è in ballo la propria attività lavorativa?

Un business in piena regola

Quello delle recensioni false è un business in piena regola e TripAdvisor sta facendo il possibile per stroncarlo. Purtroppo il fatto di inserire recensioni anonime peggiora la situazione. Quando uno ci mette la faccia è sempre più attento a quello che scrive e magari prima di stroncare un locale, ci pensa due volte. La stessa Fipe ha avviato una collaborazione con TripAdvisor per provare a risolvere la faccenda. La cosa, tuttavia, non è per nulla semplice perché il portale sostiene che la pubblicazione di recensioni anonime rappresenta un punto di forza del servizio. Insomma un bel rompicapo. Ma una cosa è certa: alle recensioni bisogna rispondere, solo così un titolare può arginare il fenomeno, confidando sulla comprensione degli avventori onesti, che per fortuna, sono la maggior parte.

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